Esistono alcuni personaggi del mondo del calcio che ci ricordano quanto possa essere complessa la vita.
Nel documentario curato da Dazn, l’esperto dirigente Walter Sabatini è alle prese con una delle sfide più appassionanti e difficili della carriera: la salvezza della Salernitana.
I bookmaker (e il buonsenso) suggeriscono una probabilità del 7% di completare con successo tale impresa. La vita di un uomo che si è consegnato al calcio e ha ricevuto tutto in cambio non può che vivere di un pizzico di follia. Si paga un prezzo molto alto per scambiare una vita da perfetto sconosciuto con quella di un dirigente illuminato, capace di scovare i migliori talenti prima degli altri.
Una vita in bilico e la sensazione continua di essere sull’orlo di un precipizio. Quei 90 minuti che coincidono con la durata di una sigaretta. Una passione che ti divora e che consuma anche chi ti sta attorno.
Il calcio come espressione più nobile di un uomo che senza questa vita non ci avrebbe regalato domeniche al cardiopalma e giocate che da sole valgono il prezzo del biglietto. Anche questo è Walter Sabatini, ombra e migliore amico di se stesso.
C’è un immagine che rappresenta alla perfezione questo tipo di uomo, la sua insicurezza e la sua grande esperienza. Il momento in cui la Salernitana compie il miracolo e WS si copre gli occhi con le mani per godere di un momento ricco di tensione e godimento. Tutte le incertezze e le preoccupazioni si sono trasformate. Una tempesta interiore può farti morire tante volte prima della rinascita. Sei da solo, fragile e indifeso ma ti senti il più bravo di tutti. Quando si ricomincia?
Il calcio come la vita a volte non ti dà scelta. Questa una condanna, un gioco d’azzardo che ti fa sentire vivo dopo aver toccato il fondo.
Riccardo Amato