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La storia di un allenatore che ha vissuto le emozioni della Serie D, è rimasto fedele a se stesso e ora cammina a testa alta.

LE ORIGINI

Parte tutto all’età di 23 anni a Massafra, in Serie D, quando a causa di un infortunio si chiude una porta, quella della carriera da calciatore e si apre un portone. Tutti ma proprio tutti avevano visto in Alberto la stoffa dell’allenatore. Inizia così il suo percorso: due anni di Settore Giovanile (Giovanissimi e Allievi Regionali) e terza categoria in nuova società con un programma triennale per crescere con l’ambizione di diventare la seconda squadra più importante della città di Taranto.

LE PRIME VITTORIE

Arrivano le vittorie: 3 campionati consecutivi poi una nuova esperienza in Provincia e infine il trionfo nei playoff di I categoria. Il mentore: Mister Angelo Carrrano, oggi 80enne, grande protagonista in Serie B e C, l’unico calciatore della Serie cadetta (a Parma) ad essere convocato in Nazionale. La vita a volte sa proporti persone che sono lì proprio per te, per tenderti una mano e indicarti il cammino.

IL MENTORE

L’esperienza da vice allenatore alle spalle di un vero maestro è stata preziosa. Qui Alberto affina le sue competenze e scopre una nuova mentalità, la flessibilità necessaria e una capacità di adattamento di chi sa cosa fare quando scende in campo. La valorizzazione del talento e la grande attenzione all’insegnamento della tecnica diventano due pilastri fondamentali.

LE DIFFICOLTÀ

Ecco la Juniores Nazionale del Grottaglie Calcio e poi il grande salto in Serie D a soli 33 anni! Dalla “terra della terza categoria” al calcio “dei grandi”. Non è oro tutto quello che luccica. In campo escono spuntare antichi interessi. A volte il gioco sembra essere l’ultimo dei problemi. In una situazione del genere regna il caos e diventa difficile proseguire con serenità.

MERITO E VALORI

Per una questione di merito e di valori Alberto decide di restare fedele a se stesso ma ne paga le conseguenze. Sempre a testa alta. L’allenatore porta con sé dei sogni e non deve ingannare nessuno. Il Purgatorio si chiama Promozione. Si può tornare in Prima Categoria con il sogno di riassaporare quella Serie D conquistata con grande impegno e sacrificio. La voglia di misurarsi con allenatori fuori dalla Puglia rappresenta quel fuoco dentro che ti spinge a nuove battaglie. Basta una chiamata. È ancora possibile fare calcio vero e non scendere a compromessi. Alberto forse non custodisce gelosamente quel “Sogno nel cassetto” ma conosce il suo valore. Continuare a fare il lavoro che ama e nelle piazze calde, grazie all’entusiasmo dei tifosi è la sua missione. I soldi o il successo non sono le priorità.

IL FUTURO

La storia di Mister Bosco è di grande ispirazione per tutti. “Il movimento calcistico italiano può cambiare se diciamo no ai papà che pagano per vedere i propri figli in campo o chiudiamo le porte agli sponsor. I calciatori sono tutti uguali. Da un punto di vista tecnico non ci sono più fuoriclasse perché in tanti preferiscono allenare giovani menti con lo stampino. Le caratteristiche fisiche e atletiche oscurano il talento e il divertimento. Ripartiamo dal gesto tecnico. Diamo maggiore libertà ai ragazzi. Facciamo un passo indietro. Come possiamo rispettare questo sport? Essendo più pratici e meno teorici”.

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