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Questo calcio non ci piace

“Questo calcio non mi piace, mi voglio levare dai cog***ni molto velocemente. La sosta? La vedo come un insulto al calcio. Se qualcuno mi spiega cosa il movimento qatariota possa dare al calcio, esclusi i soldi al Manchester City e PSG, posso cambiare idea”. Parole di Maurizio Sarri, uno che i calendari e il sistema non li ha mai digeriti fino in fondo.

E come non prestare attenzione alle parole del tecnico biancoceleste, anche se in realtà ci sono milioni di motivi per continuare a far parte dello spettacolo. The show must go on, cantavano i Queen e in effetti un po’ tutti abbiamo accettato questa interruzione inopportuna chiamata Qatar 2022.

Questo calcio non ci piace ma continuiamo a seguirlo. O forse no. Confrontare i dati di ascolto degli ultimi campionati, dopo l’arrivo della generazione Dazn e la querelle diritti TV, sarebbe molto più interessante di un qualsiasi Qatar-Ecuador (con tutto il rispetto). La questione arbitrale ha fatto il resto. Questa pausa potrebbe essere sfruttata per tenere ciò che c’è di buono dall’ultima polemica. Giocare meno ma ripensare il modello di business sembra già un ottimo punto di partenza.

Non lo dobbiamo a noi stessi ma soprattutto alle nuove generazioni. Il rischio abbandono è concreto. Meglio non sottovalutare l’ultimo disperato grido d’allarme.

Riccardo Amato

 

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