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Professionisti allo specchio: i temi della terza puntata

La serata che abbiamo vissuto tutti insieme ieri sera ci ha confermato l’importanza della condivisione e del confronto. Il mondo del calcio e dell’attività di base in particolare, hanno bisogno di idee forti, esperienze e competenze da mettere al servizio dei bambini. Lo sport rappresenta quella prima “palestra” all’interno della quale imparare regole, mettersi in gioco e aiutare il prossimo ad esprimere il meglio di sé.

Gli interventi di Leonardo Zanfi (Accademia Modena), Marco Arcese (Pescara Academy), Angelo Colombo e Andrea Biffi (A.C. Monza) arrivano in uno dei momenti più alti della serie Professionisti allo specchio, per valore delle esperienze e conoscenza della materia. L’autonomia del giovane calciatore, la capacità di ripartire dopo la pandemia da Covid_19, la voglia di imparare e superare gli ostacoli per scoprirsi persone migliori. Il calcio è anche questo. A volte si attacca, altre bisogna sapersi difendere.

La realtà presentata nel primo intervento, quello di Leonardo Zanfi, ci mostra un grande campo verde dove passione, entusiasmo e coraggio spingono i bambini ad imprese sempre più grandi. La richiesta (e la proposta) consistono nel mettere in atto un gioco propositivo attraverso una metodologia integrata. La paura è un’amica incompresa, perché il cuore dell’allenamento è la volontà di migliorarsi. La resilienza una qualità da portare sempre con sé nelle sfide di tutti i giorni.

Marco Arcese è l’uomo delle domande, quelle essenziali. Quei dubbi che accompagnano il tecnico in campo ogni volta che vi mette piede. Qual è la missione dei tecnici? Quali strumenti e quali metodi possono condurci alla meta? “Non dobbiamo dimenticarci di essere stati anche noi dei bambini”. L’eterogeneità di un gruppo, caratteristica presente in quasi tutte le società dilettantistiche, diventa un valore. L’esperienza un mezzo. Il bambino si meraviglia ogni volta, imparando a conoscere se stesso e il mondo che lo circonda.

Ciò che davvero non può mancare è la competenza. Secondo Andrea Biffi, tecnico U7 e U8 dell’A.C. Monza, “per poter allenare i bambini servono conoscenze a 360 gradi”. Angelo Colombo, Responsabile dell’attività di base del club lombardo, presenta il metodo Monza, il G-A-G, con passione e dinamismo. Un metodo per nulla rigido, costruito sul gioco e sulla capacità di adattamento del singolo atleta. Il gioco è sempre al centro. La sperimentazione e quel pacchetto di tentativi ed errori che arricchiscono il percorso di un bambino, sono step fondamentali per crescere.

Tre contributi che assomigliano a tre grandi fiumi che sfoceranno nello stesso mare. Passione, competenza, coraggio, coerenza, voglia di cambiare uno sport in continua evoluzione. Le proprie storie da trasmettere e raccontare a quei bambini che hanno sofferto, ma non hanno mai mollato. Il calcio sta ripartendo. È questo il segnale che tutti volevamo ricevere. Ora tocca a noi scendere in campo, con un occhio al presente e la testa già al futuro prossimo.

Infine, l’ennesima conferma che non stiamo parlando soltanto di calcio. Una grande mente del passato, Albert Einstein, una volta disse: “Superiamo l’idea che solo i ragazzi debbano dedicare il loro tempo allo studio. Si è uno studente finché si ha ancora qualcosa da imparare, e questo significa per tutta la vita”. Un nuovo punto di partenza per un nuovo viaggio ricco di spunti, riflessioni e calci a un pallone.

Riccardo Amato

 

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