La classifica fa pensare alla figura geometrica della piramide. In alto però c’è sempre sua Maestà la Juventus. La vetta della graduatoria fa da punto di riferimento, scandisce tempi di consegna e obiettivi, impone insieme alla zona retrocessione i confini di un territorio verde bianco e rosso che è quello della Serie A.
Dal “Campionato delle piccole” siamo passati al “Campionato delle grandi (o aspiranti tali)”. Juventus, Roma, Napoli, Inter, Milan, Lazio e Fiorentina sono le nuove sette sorelle. Quelle compagini che si dannano l’anima per un posto al sole, quelle che puntano il cielo. La padrona è sempre (e ancora) lei, la Juventus, ma forse qualcosina sta cambiando.
Che sia nato un altro campionato? Se la Juve perde molto più spesso di un anno fa (Inter, Milan, Genoa e Fiorentina ridono) allo stesso punto del campionato, se la Roma vince anche senza brillare, se Napoli e Lazio trovano la continuità, se l’Inter dei grandi investimenti torna ad essere grande…vuoi vedere che la musica è cambiata?
La Juventus insegue un tricolore, il sesto di fila, che saprebbe indubbiamente di leggenda, ma cerca soprattutto la via libera per la tanto attesa Champions. Le altre puntano tutto o quasi sul campionato, si sono rinforzate e non perdono colpi. La Roma di Spalletti ad esempio, è sempre più italiana per praticità e atteggiamento ed è stufa di arrivare seconda, il Napoli orfano di Milik ha sofferto per poi risalire, le milanesi stanno tornando nelle posizioni che le competono. La Serie A è sicuramente più piatta, chi sta davanti non è riuscito a fare quel vuoto che storicamente avrebbe chiuso ogni discorso già a gennaio.
Sarà una seconda parte di stagione da vivere. Ogni partita può rimescolare tutto in vetta, con incroci pericolosi e scontri diretti che già tra una settimana indirizzeranno i destini delle pretendenti.
Ci aspettiamo moltissimo da Milan-Napoli e Juventus-Lazio, proprio come successo ieri sera tra Torino e Milan. I granata, a un soffio dalla vittoria e condannati di nuovo ad un risultato beffa piangono per i propri errori e restano nella terra di mezzo. Il Milan ringrazia e continua la propria rincorsa.
Riccardo Amato