Non ho mai amato i giochi di parole, ma tra quelli letti sui giornali nelle ultime settimane, questo mi sembra il più azzeccato. Il concetto è semplice. L’immagine altrettanto chiara. L’Inter è la creatura di Luciano Spalletti, diventato il primo tifoso interista, immerso in una parte scomoda quanto affascinante. A una settimana dall’inizio della stagione, il popolo nerazzurro si fida già del suo condottiero da Certaldo.
FATTORE ICARDI. Valutare la rosa a disposizione, cercare di salvare ciò che di buono era già stato fatto, pretendere professionalità e rendimento, specialmente dai giocatori simbolo. Mauro Icardi si è cucito sul braccio una doppia fascia. Uomo copertina, uomo gol, ma soprattutto capitano per i suoi compagni talentuosi e per quelli svogliati. L’attaccante argentino continuerà a fare il suo mestiere, ma senza il supporto dei suoi compagni, ogni partita diventerà un’impresa.
INTENTO COMUNE. Il gruppo conta. Una squadra è tale se lotta come un blocco unico, senza dipendere dalle lune delle prime stelle. Messaggi per i vari Kondogbia (in uscita), Brozovic, Perisic e Jovetic, iscritti al corso dei “ragazzi intelligenti che non si applicano”. Rispolverati questi sani vecchi principi, la coerenza legherà insieme un gruppo tecnicamente valido, con un allenatore che ha accettato questa sfida per vincerla.
L’obiettivo rinascita, a questo punto, non è poi così lontano. Anche le amichevoli si devono vincere, nulla viene lasciato al caso. Le sane e vecchie abitudini riporteranno questa Spallettinter dove è giusto che sia. Credibilità e rispetto sono da riconquistare sul campo e attraverso gli atteggiamenti. Costruire e mantenere una mentalità propositiva diventa quindi il primo passo per un allenatore che non ha paura di centrare l’obiettivo.
Riccardo Amato