Contro un Milan influenzato e privo di mezza difesa titolare, mi sarei aspettato molto di più dalla Roma di Mourinho. Sapete qual è il problema? I giallorossi cadono con troppa facilità e allo stesso tempo sanno far male quando provano a giocare a calcio. Una perfetta contraddizione che ha il sapore della sconfitta. La dimostrazione di questa tesi sta nei due episodi del match di San Siro. Tammy Abraham allarga il braccio e sfiora il pallone scagliato verso la porta giallorossa da Theo Hernandez. Poi segna sugli sviluppi di un corner spingendo con caparbietà e fortuna una palla innocua.
Qual è allora la vera Roma, verrebbe da chiedersi. I giallorossi sono troppo leggeri davanti e si allungano con facilità. Come riportato da un tifoso su Twitter, non si può condannare Ibanez quando nessun centrocampista si fa vedere per uscire dalla prima pressione del Milan. I giallorossi giocano da dietro ma sbagliano molto, il Milan lancia lungo con Maignan ed è più pericoloso. La costruzione dal basso è per pochi. La Roma non è ancora squadra. Il progetto di Mourinho è triennale, d’accordo, ma se non fai punti in occasioni ghiotte come questa, diventa tutto più difficile.
Piccola nota finale. Una aspirante grande non può terminare la partita in nove uomini. Significa che non ci sei con la testa. A volte esiste una sottile differenza tra buttarla in rissa e cadere nelle provocazioni avversarie. In entrambi i casi sprechi energie nervose che sarebbero tornate utili in campo. Un vero peccato. Cosa aspettarsi dal mercato? In arrivo un centrocampista, questo gruppo ha bisogno di solide certezze. Almeno una per reparto. Un lavoro che dovrà svolgere la squadra e lo stesso Mourinho, ripartendo dalle basi. Quello di ieri sera non è stato uno spettacolo all’altezza di una tifoseria che merita molto di più, almeno da un punto di vista tecnico. Troppi errori. La Roma di Josè Mourinho crolla in casa del Milan e deve fare mea culpa per ciò che non è stata e sarebbe potuta essere.
Riccardo Amato
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