LA CLASSIFICA
I sei punti di vantaggio (con una partita da recuperare) sul Milan rappresentano un valido motivo per credere a un finale a tinte nerazzurre. I motivi della fuga sono almeno cinque e ve li ho elencati in questo articolo qualche giorno fa, la matematica non mente e in una maratona anche un piccolo vantaggio può fare la differenza. Questo bonus può essere gettato al vento solo da Conte e dai suoi uomini, bravi a crederci e ad allungare nel momento decisivo della stagione, proprio in concomitanza degli impegni europei delle altre big.
LA ROSA
Confrontando gli undici in campo, è forse possibile attestare ogni valutazione su binari simili. La differenza sta però nelle scelte e nella profondità della rosa: l’Inter è superiore alle altre e lo dimostra il caso Eriksen. Il giocatore con più talento ed esperienza è salito in cattedra solo nelle ultime settimane; un campione come Alexis Sanchez vanta un impiego part time e può far rifiatare i titolarissimi Lukaku ed Eriksen. Valutazioni analoghe riguardano la difesa e il centrocampo. Insomma le seconde scelte a disposizione, in un campionato così lungo ed estenuante, possono cambiare in corsa un match e parecchi destini.
GLI SCONTRI DIRETTI
È proprio negli scontri diretti che l’Inter ha costruito le proprie certezze. Battere Milan e Juventus ti restituisce sei punti ma soprattutto fiducia e consapevolezza nei tuoi mezzi. Un anno fa, contro la Juventus di Maurizio Sarri, quel gap era ancora visibile. Il vantaggio in campionato riflette queste due importanti vittorie e una ritrovata forza mentale, caratteristica delle grandi squadre destinate a vincere. Se punti al titolo, devi superare le migliori squadre pretendendo il massimo da te stesso.
INFORTUNI E COVID: IL MILAN
Per la serie “diamo a Cesare ciò che è di Cesare”, lo straordinario cammino dei rossoneri di Pioli sarebbe potuto essere leggendario senza alcuni infortuni. La presenza di Ibrahimovic si è rivelata discontinua, ma a mancare sono state le alternative. Difficile chiedere molto di più a Leao (21 anni e soltanto 11 gol segnati in 53 partite ufficiali) e a Rebic. Corretto pensare al futuro e a una rosa giovane, da puntellare, ma che può vantare giocatori dal sicuro avvenire come Tomori. La stagione del Milan sarà da ritenersi quasi miracolosa se dovesse concludersi con un secondo posto finale. Da non dimenticare le iniziali critiche a Pioli e a una dirigenza non all’altezza secondo molti tifosi.
PIRLO E IL RODAGGIO
La Juventus di Andrea Pirlo (o forse di Andrea Agnelli) è la vera delusione di questa stagione. In primis per le scelte compiute dalla società. Il tecnico è sicuramente inesperto ed è stato poco supportato, con la sensazione che la sua carriera sia già in parte compromessa. Le scelte in termini di uomini non hanno pagato. Il centrocampo è il vero reparto sotto accusa; l’attacco guidato formalmente solo da Cristiano Ronaldo e Morata, con tre competizioni da giocare, si è rivelato troppo morbido e prevedibile. Per tornare a competere servono tre innesti e un tecnico che conosca il calcio italiano.
IL FATTORE CONTE (AL SECONDO ANNO VINCE SEMPRE)
Alle precedenti considerazioni aggiungiamo un po’ di statistiche. Calcio e tradizione vanno spesso a braccetto e così non si può negare l’affinità che lega Antonio Conte alla parola vittoria. No, non stiamo parlando della figlia e della sua vita privata. Se al primo anno all’Inter ha sfiorato un trofeo (l’Europa League) e ha accorciato sensibilmente il gap con la Juventus, ecco che i prossimi mesi potranno consegnargli quel trono agognato da tempo. La vittoria come traguardo e come punto di partenza. Conoscendo la smania del tecnico, cresciuta ancor di più dall’assenza di trofei nella storia recente, il pensiero scudetto andrà a toccare poi quello legato alla Champions, la sua nuova ossessione.
Riccardo Amato
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