Maurizio Sarri era stato scelto dal presidente Agnelli per scrivere un nuovo binomio. Vittorie e bel gioco. E se sulla conquista del nono titolo consecutivo poco si può dire, il bel gioco non è certo arrivato. Ma c’è un ma e ci sono tanti se. Ma l’importante è vincere, primo comandamento bianconero. E poi via con una serie di se, tutti a favore del tecnico toscano. Dalla scelta dei giocatori poco affini alla sua idea di calcio, all’impossibilità, in Italia, di vincere sempre divertendo e convincendo, fino alla consapevolezza di doversi adattare a un ambiente in cui, l’allenatore, è semplicemente un ingranaggio in un meccanismo molto più complesso.
La Juventus di Sarri ha diviso. E in tanti sono pronti a riconoscere questa squadra come la meno convincente degli ultimi anni. Se poi ti trovi gente come Cristiano Ronaldo e Dybala, con il lusso di “riserve” come Douglas Costa e Higuain pronte a subentrare e risolvere le partite, vincere in Italia non è certo un problema. E allora ecco l’Europa, la vera ossessione sportiva di chi ama la Juve e di chi fa il tifo perché possa “bucare” per l’ennesima volta. E qui torniamo al “bel gioco”, concetto trito e ritrito, condizione non necessaria e nemmeno sufficiente per trionfare entro i confini nazionali, requisito richiesto se vuoi competere tra le migliori 8 del continente.
Essere belli può voler dire ad esempio subire poco e quindi essere efficaci, dare completa soddisfazione ai propri tifosi, mascherare i propri punti deboli. Da questo punto di vista la Juventus ha dimostrato di essere meno “grande squadra” di quanto ci si potesse aspettare. Un dato? I 43 gol subiti e le 7 sconfitte subite in Serie A, ma anche la cattiva gestione di match ormai in tasca o la fragilità difensiva. Problemi di concentrazione che in Champions League possono costare cari.
È l’Europa che conta, per prestigio, autorevolezza, credibilità e anche da un punto di vista economico. Lo sa bene il presidente Agnelli, che pare essere ancora indeciso sulle scelte da compiere per la prossima stagione. Questa Juventus-Lione è già una “prova del nove”. Persino i tifosi aspettano l’esito di questo ottavo di finale per dare un voto definitivo all’annata bianconera, con Sarri primo imputato. Vincere e convincere. Non sarà facile, ma ci dirà a che punto sono la migliore squadra italiana e di riflesso tutto il movimento.
Riccardo Amato