Dobbiamo attendere gli esiti di Torino – Napoli e Lazio – Milan, due partite che possono dire molto dei destini Champions e salvezza. Tuttavia il campionato ha preso una direzione ben precisa. In vetta, l’Inter di Matteo Darmian sfreccia verso il traguardo. L’acquisto meno sponsorizzato dai media (ma fortemente voluto dall’ex commissario tecnico della Nazionale Conte) si prende il suo momento di gloria. E al minuto 76, proprio come contro il Cagliari, risolve una partita difficile, ben giocata dal Verona di Juric.
E su questo nome dobbiamo soffermarci. Il campionato dell’Hellas è di tutto rispetto. Davanti ci sono le big e un Sassuolo che ha negli undici maggiore qualità (e qualche risorsa in più in termini di budget per il mercato). L’ex metronomo del Genoa ha tutto per diventare un allenatore di successo. La continuità nelle prestazioni e nei risultati (nelle ultime gare avrebbe meritato molto di più) sono la chiave per accedere al prossimo livello. Tornando all’Inter, la squadra lotta ed è compatta, a cinque gare dal termine conserva il margine sulle inseguitrici e vede l’obiettivo. Le proiezioni dicono che l’Inter 2020/21 raccoglierà più punti rispetto alla passata stagione, quando arrivò seconda a un punto dalla Juventus di Sarri.
La squadra guidata da Andrea Pirlo impatta contro una Fiorentina spinta da un popolo che ha vissuto una stagione di passione. Da Prandelli a Iachini, petto in fuori e l’orgoglio di aver fermato per ben due volte la squadra campione d’Italia, addirittura sconfitta lo scorso 22 dicembre. Se la perla di Morata è difficile da dimenticare, l’assenza ingiustificata di Cristiano Ronaldo fa rumore. Tra i bianconeri pesa l’assenza dell’uomo migliore, Federico Chiesa, ex stella viola. Sono quattro le gare senza gol di CR7 e le nubi attorno al suo futuro e a quello della Juventus si addensano sempre di più.
La prossima Champions League è a rischio. Un passo falso che avrebbe conseguenze importanti, decisive per le scelte del club. Dall’esonero di Maurizio Sarri, considerato da molti il male assoluto, alle parole di Pirlo (“Non sono contento dell’annata e non lo è nemmeno la società”) la cronistoria di un momento buio che consegna il titolo alla rivale di sempre, l’Inter dell’ex Antonio Conte. Sarebbe riduttivo attribuire tutti i meriti a Marotta e al tecnico che insegnò a Bonucci e compagni cosa significa dominare in Italia. La verità è che i cicli finiscono e quello bianconero sta per volgere al termine. L’errore più grande sarebbe quello di progettare il futuro con CR7 al centro del progetto.
Matteo Darmian, simbolo dell’Inter operaia che lotta, fatica e gioisce a pochi minuti dal termine della partita. Cristiano Ronaldo sembra aver perso quel feeling con il gol e con l’ambiente, trovandosi nella condizione di rincorrere e non più di dominare. Una posizione scomoda. “Stiamo spodestando un regno”, afferma con orgoglio Antonio Conte, proprio l’ex bandiera bianconera che, attraverso il lavoro e i sacrifici, sta portando la nave in porto dopo le vittorie con Juventus e Chelsea.
Andrea Pirlo si guarda intorno e vede una squadra che sembra aver perso quella voglia di lottare su ogni pallone: a questo punto si può già pensare ad una rivoluzione. La palla passa ad un Andrea Agnelli ridimensionato dalla questione Super Lega, ma ancora responsabile e simbolo di questo passaggio a vuoto. Possibile protagonista di una rinascita prima di tutto sportiva e poi societaria. Resta una Coppa Italia da conquistare, anche se di fronte ci sarà un’Atalanta in grande forma, che vola sulle ali dell’entusiasmo. Gli uomini di Gasperini sognano un secondo posto finale che avrebbe il sapore dello scudetto. Quel tricolore pronto ad essere cucito sulle maglie nerazzurre della squadra della città di Milano.
Riccardo Amato