La Juve fa i gol, l’Inter la prestazione (e gli errori). È andata più o meno così ieri sera a San Siro. Dopo lo scivolone in campionato, Buffon e compagni sono chiamati a una risposta nella partita più attesa, in palio tra soli 7 giorni, c’è la finale di Coppa Italia, secondo possibile trofeo stagionale per i bianconeri.
È partita maschia, partita vera. Calvarese ha il suo bel da fare e riesce subito a sedare gli animi infuocati di due aspiranti al titolo. Parte bene l’Inter che, dopo soli dieci minuti, trova il vantaggio sull’asse Sanchez – Lautaro, per poi ripiombare in vecchie amnesie del passato. Prima Young (con un gesto plateale da debuttante in area di rigore) e poi Handanovic (cosa ci faceva a 20 metri dalla porta sguarnita?) confezionano il pacchetto per Andrea Pirlo. Lo scarta CR7: 2-1. Per l’Inter ora si fa dura.
La Juventus raccoglie oltre quanto meritato e copre diversi limiti, il primo la continuità nell’arco dei 90 minuti. È bastata una porzione convincente di primo tempo, condotta sulle ali dell’entusiasmo di Cristiano Ronaldo, per uscire dal Meazza con la vittoria e un piede in finale. Il calcio sa però esaltarti o condannarti attraverso gli episodi. Quanti rimpianti per l’Inter. Antonio Conte lo aveva detto alla vigilia: “Gli errori dovranno essere minimi”. Appunto.
Resta un secondo tempo dominato dai padroni di casa, con gli ospiti che si fanno vedere dalle parti di Handanovic solo intorno all’80’ minuto. Pirlo sa che per tornare a dominare dovrà fare molto di più. Le scelte del secondo tempo sono un chiaro indirizzo: atteggiamento e ambizione non sono da top club. Tuttavia due gol (in trasferta) erano già stati segnati. Non delude nel complesso l’Inter perché, al netto di due errori decisivi, tiene testa e fa meglio della Juve nonostante le assenze di due big come Lukaku e Hakimi (26 gol in due in questo primo scorcio di stagione). Si rivedono però alcune lacune: Darmian e Young si limitano al compitino (poche le alternative in panchina) e davanti si realizza meno del minimo sindacale rispetto alle occasioni create.
Osservando il campo, l’Inter conferma il momento positivo dal punto di vista del gioco, con una manovra più fluida rispetto al recente passato e una grande capacità di andare a concludere verso la porta avversaria. Potrebbe essere finalmente il momento di Eriksen, soprattutto a partita in corso. Il lavoro di Kulusevski su Brozovic blocca però una fonte primaria dello sviluppo di Conte, che senza Lukaku non può optare per il lancio lungo. Due errori clamorosi fanno rinascere Cristiano Ronaldo, attore non protagonista di un match equilibrato nella prima parte e decisamente a tinte nerazzurre nella seconda frazione.
Nella Juventus, regge il trio difensivo e vanno citati Buffon e Demiral, autori di due miracoli che hanno tenuto in vita la partita bianconera. Nei primi 45 minuti si è vista una squadra che può ambire alle prime tre posizioni della nostra Serie A. Tra 7 giorni a Torino potrà succedere di tutto, con la Vecchia Signora di nuovo favorita. L’intelligenza di Pirlo e la creatività tattica di Conte influenzeranno un match tra due squadre ancora alla ricerca di se stesse.
Ora di nuovo testa al campionato, la rincorsa al Milan continua. Il primo atto di queste semifinali di Coppa Italia va a Pirlo, ma il campo deve ancora consegnarci la verità sul valore di queste due squadre.
Riccardo Amato