Passo svelto, lontano dai cronisti e giusto due battute su quello che è stato e quello che sarà. Le prime amichevoli sono utili più che altro per ritrovare il ritmo ma il calcio vero, quello che ti dà i tre punti, è ancora lontanissimo. Simone Inzaghi torna in sella per il terzo anno consecutivo con la consapevolezza dei grandi. Quando vinci, non potrebbe essere altrimenti. Il grande obiettivo della società è lo scudetto. Nessun dubbio.
L’ex Lazio però, quella coppa dalle grandi orecchie l’ha sfiorata, l’ha assaporata fino al 90′ ed è lecito sognare. Sarà difficilissimo ripetersi in Europa ma l’Inter, come ripete il Signor Zhang, “Is not for everyone”. La certezza che si veste da speranza: questo gruppo è affiatato e dopo una stagione come quella appena conclusa sognare è lecito. L’ultimo confronto, il più probante, contro quel Manchester City dei marziani, è rimasto nelle menti dei calciatori e tra gli appunti della società.
Il mercato, per ora, dice che l’Inter è indietro, quasi ferma. Se l’obiettivo in campo questa volta è stato dichiarato (lo scudetto), in Viale della Liberazione si dovranno conciliare ambizione e rispetto dei conti, voglia di vincere e coerenza. Simone Inzaghi è cresciuto molto e si appresta a vivere la sua stagione, quella della consacrazione. L’Inter è cresciuta insieme a lui e i tifosi non vedono l’ora di festeggiare ancora. Dopo De Zerbi, Gasperini e Sarri, il mio incontro immaginario con uno dei protagonisti del calcio italiano si conclude qua.