La 24a giornata di Serie A ci ha raccontato i propositi delle milanesi, staccare il gruppo che le segue per tentare l’allungo, infiammando ancora di più la lotta per il quarto posto che significa qualificazione ai gironi della prossima Champions League. Tra la Juventus (46 punti e una partita da recuperare) e la Lazio (43), Atalanta, Roma e Napoli coltivano il loro sogno. Cinque squadre in tre punti e infinite combinazioni da qui alla fine del campionato.
Questa Serie A non ci annoia mai e vede nel segno “X” una variabile impazzita. Quel punto a testa che può muovere la classifica delle pretendenti ma che può tradursi in una mezza sconfitta se ambisci a qualcosa di importante. “Lo scudetto è alla portata” aveva detto Andrea Pirlo in conferenza stampa, rassicurando stampa e tifosi sul momento della sua squadra. Il campo ha invece premiato un gruppo, quello di Juric, che ha spostato i centimetri e il peso della Juventus. Nonostante questo mezzo passo falso, contro una delle squadre più arcigne del campionato, i bianconeri sono momentaneamente terzi in classifica.
Se l’Atalanta ha fatto i compiti a Marassi (2-0 alla Samp) e il Napoli ha rialzato la testa contro il Benevento, lo stesso non si può dire della Lazio e della Roma (sconfitte rispettivamente da Bologna e Milan). Gli uomini di Inzaghi sembrano aver pagato le fatiche di Champions, mentre i ragazzi di Mihajlovic si godono una vittoria di prestigio che può cambiare in parte le valutazioni sulla stagione.
Nel posticipo i giallorossi dimostrano per l’ennesima volta di mancare l’ultimo step per il salto di qualità. Vero che questi tre punti erano forse l’ultimo elisir di lunga vita per Pioli, altrettanto evidente il fatto che la Roma abbia nelle ultime giornate rimesso in discussione la propria posizione Champions. Le responsabilità sono tutte imputabili agli uomini di Fonseca, grandi contro le piccole e incompleti contro le grandi.
Ragionando sullo stato di forma delle pretendenti, l’unica squadra veramente in salute sembra essere l’Atalanta. Gli uomini di Gasperini viaggiano col pilota automatico e raccolgono i frutti di un gioco ormai codificato ed efficace. Le reti di Malinovskyi e Gosens pesano perché coincidono con l’assenza dal tabellino degli uomini copertina. Cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia. Solo la capolista Inter sembra somigliare alla Dea. Gli uomini di Conte detengono infatti il record di gol segnati (60 in 24 partite).
Nemmeno il tempo di recuperare dagli sforzi profusi per la propria causa, che si torna in campo già domani per il turno infrasettimanale. Una nuova occasione in palio, con l’avversario più arduo da superare, l’equilibrio, che vorrà ancora una volta dire la sua. Ora i punti iniziano a pesare davvero e il mese di marzo, storicamente, può contenere alcune risposte a questo campionato 2020/21.
Riccardo Amato